Impossibile parlare di Uzbekistan senza legarlo indissolubilmente alla Via della Seta, a carovane di mercanti ed esploratori che percorrevano migliaia di chilometri sfidando pericoli e intemperie di ogni sorta per giungere in Cina dall’Europa.
Una terra ricca di storia e tradizioni – mantenute nonostante la dominazione sovietica, turca, persiana e dell’antica Grecia – che proprio in questi anni si sta aprendo sempre più al turismo (speriamo senza perdere la propria anima).
Ecco il nostro itinerario e le principali tappe
Una vera perla. Basti pensare che questa città è stata fondata contemporaneamente a Roma (alcuni studi recenti dicono che sia nata addirittura prima, intorno al 2700 a.c.) e non ha perso il proprio fascino durante i secoli. Importante snodo commerciale lungo la via della Seta, è stata tristemente famosa nel XVI secolo per il suo fiorente mercato di schiavi.
Il centro storico ora è una zona quasi esclusivamente turistica, ciononostante non manca di personalità con i suoi mercati permanenti e ristoranti.
Un consiglio: al tramonto il centro di trasforma completamente, il sole dona una colorazione arancione e dorata a tutte le mura rendendo il luogo veramente incantevole. Salite sulla torre Kukhna Ark dove potrete fare delle bellissime foto di tutta la città.
Per arrivare a Khiva, abbiamo preso un volo da Tashkent per Urgench, da lì sono circa 30 minuti di taxi, abbiamo alloggiato presso Caravan Sarai, un piccolo hotel di fronte all’ingresso delle mura.
Per cena, dovete assolutamente provare la Terrassa Restaurant: seduti in terrazza, potrete gustare il loro Pilaf o il shashlyk cotto sulla brace al momento.
Ogni monumento che si vede in questa città è la testimonianza del grande talento artistico del popolo uzbeko.
Pensate che qui ci sono quasi 140 siti museali che sono stati dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Basta passare per la piazza secentesca Labi-Khaus, con la più grande madrassa della città, oppure per la moschea e il minareto Kalyan del XII secolo, alto 47 metri, un tempo l’edificio più alto dell’Asia: tutto qui racconta della grandezza delle opere compiute da questo popolo.
Nella piazza centrale vedrete una serie di vasche di pietra, che anticamente servivano per garantire l’approvvigionamento di acqua alla città. Purtroppo in passato questo e gli altri bacini idrici cittadini vennero trascurati poiché l’acqua non era corrente diventando quindi causa di pestilenze; fu solo durante il periodo sovietico che molti bacini vennero prosciugati, mentre altri, come questo, vennero ripuliti, ristrutturati e riportati all’antico splendore.
Per arrivare a Bukhara, abbiamo preso un treno da Khiva che in 4 ore ci ha portato a destinazione, per arrivare nel centro storico servono 15 minuti via taxi.
Abbiamo alloggiato presso Bibi-Khanym Hotel, una piccola struttura molto carina i cui gestori sono veramente unici per disponibilità e simpatia.
Per cena, non potete perdere una cena da Minzifa (prenotate prima!), i piatti e la terrazza sono veramente unici.
Non potevamo andare in Uzbekistan senza vedere il suo deserto, decidiamo quindi di allontanarci da madrasse e monumenti per avventurarci nella enorme distesa di sabbia del Kyzylkum. Prendiamo quindi un taxi con destinazione Safari Yurk camp, a circa 60km da Nurata.
Passare la notte sotto le stelle nel deserto è un’esperienza che andrebbe fatta almeno una volta nella vita, così come aspettare il tramonto in cima ad una duna in cui ti pare di vedere l’infinito.
Il campo era decisamente molto più attrezzato di quanto ci saremmo aspettati, con luce e anche acqua calda per la doccia!
La mattina successiva, su suggerimento del tassista che ci stava accompagnando, decidiamo di fare una deviazione e decidiamo di andare a fare un bagno al lago Aydarkul, poco lontano.
Da Bukhara al campo di yurte ci vuole almeno mezza giornata, le strade sono strette e molte volte si procede ad andatura rallentata, di contro, avete la possibilità di vedere come il paesaggio cambia enormemente durante il tragitto.
Passata la notte, sempre in taxi ci dirigiamo verso Samarcanda, distante circa mezza giornata di viaggio.
È vero, molti pensano alla canzone di Vecchioni (ehi, lo sapete che è venuto qui anni fa per esibirsi?), ma Samarcanda è legata a doppio filo con Marco Polo, o meglio ancora, con il suo Il Milione. Fondata oltre 2.750 anni fa, raggiunse tra la fine del 14° secolo e l’inizio del 16° la massima espansione sotto il regno del famoso condottiero Tamerlano.
Sebbene non esistano resti dell’antica potenza, ci troviamo di fronte ad un luogo che sussurra grandezza da ogni angolo: il Registan, ovvero la piazza più importante della città, è circondata da 3 enormi madrasse ( la medressa Ulugbek, la medressa Sher Dor e quella di Tilla-Vari) . L’interno della piazza era il cuore di un immenso bazar nel medioevo, e fulcro della vita commerciale dell’Asia centrale.
A Samarcanda non esiste un vero e proprio centro, tutti i monumenti sono dislocati nel raggio di qualche chilometro, sicuramente rispetto a Khiva e Bukhara la città ha meno fascino, tuttavia rimane una tappa imprescindibile se venite in Uzbekistan.
Noi abbiamo alloggiato, come sempre, in un piccolo hotel dietro al Registan che si chiama Tilyakori: lo staff è stato anche molto cortese nel prenotarci i biglietti del treno per Tashkent, mentre se volete cenare bene provate il Platan Restaurant: un po’ fuori rispetto al Registan, ma ne vale la pena.
Eccoci finalmente nella capitale. Diciamo subito che Tashkent è quanto di più distante dai luoghi che abbiamo visitato lungo il viaggio: è a tutti gli effetti una città moderna dal forte stile sovietico.
Ed è forse questo il suo tratto più interessante: lo stile architettonico dei palazzi “Modern-Soviet” fa di Tashkent una capitale da visitare, la sua metropolitana merita assolutamente di essere visitata, con le decorazioni alle pareti, i lucidi marmi, i bei lampadari che rendono questo piccolo gioiello un’opera d’arte.
Certamente da vedere sono i bazar: Chorsu è sicuramente il più famoso ma se volete vedere qualcosa di meno turistico (beh, in realtà non ci sono proprio turisti!) provate ad andare un po’ fuori città verso il Yangiobod flea market: un mercato dove potrete veramente trovare di tutto, da macchine fotografiche sovietiche a pezzi di ricambio per motori di camion!
Volete mangiare qualcosa di buono in un bel ristorante: provate Jumanji!
Ingresso
non necessario per i cittadini italiani. Per tutte le informazioni aggiornate andate su Viaggiaresicuri. Una volta entrati, è obbligatorio chiedere la registrazione temporanea, prevista per ogni tipo di permanenza in Uzbekistan, inderogabilmente entro 3 giorni. Se soggiornerete in hotel ci penseranno direttamente loro.
Moneta
Il som (S), ma molte volte potete pagare in dollari o euro. Per quanto il paese stia cambiando velocemente ed è più frequente trovare ATM nei luoghi più turistici, molto spesso questi sono o privi di denaro oppure applicano commissioni per il prelievo molto svantaggiose. Consigliamo caldamente di portare tutto il denaro dall’Italia (noi siamo partiti con Euro solamente e non abbiamo avuto problemi). All’aeroporto di Tashkent, appena superate le formalità d’ingresso, avete a disposizione un ufficio cambi aperto 24/24, il cambio non è favorevole ma potete cambiare il necessario per le prime spese (taxi ecc.)
Costo della Vita
l’Uzbekistan è economico. Considerate che una cena costa mediamente 6-7 euro a testa in un ristorante medio. L’hotel varia molto in base alle vostre esigenze e dove si trova, diciamo che una struttura media in un luogo centrale può costare 30-40 euro a notte per coppia. Ovviamente si può salire molto col prezzo ma anche trovare sistemazioni molto più economiche.
Telefono
Ci sono 2 compagnie principali in Uzbekistan: Ucell e Beeline. Noi abbiamo optato per quest’ultima, ma solamente perchè a Khiva non avevamo alternative, comunque ci siamo trovati molto bene. La copertura è buona (escluso il deserto, ovviamente) e potete scegliere per molte opzioni di pacchetti dati. Qui troverete una panoramica completa.
Potete fare la SIM appena passate i controlli d’ingresso all’aeroporto di Tashkent, crediamo tuttavia che costi di più rispetto alla città.
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